La Specchia dei Mori

10.05.2022

Foto Specchia dei Mori, Martano - Photo & Vision

Specchia è un nome di origine medievale e probabilmente derivato dal latino specula, in relazione a supposte utilizzazioni quali torri di avvistamento . Nei decenni passati si tendeva a datare la loro prima comparsa al periodo dei Messapi, se non ad un'epoca più antica, risalente al Neolitico, ma non è possibile proporre una datazione esatta.

Esse rappresentano insieme ai pagghiari, i furnieddhi, le torri colombaie e i trappeti, elementi caratteristici del paesaggio salentino. Nel territorio di Martano si trova la Specchia dei Mori, una delle più grandi dell'intero territorio del Salento. 

«Isi segla u demonìu mu stei panta 'mbrò st'ammai. Ce, mott'ìmone pedai, es tes ore tu vradìu, tramass'olo sa' puddhì motti stei sto skotinò ce nde' kui ce nde' torì pleo ti' mànattun ambrò». (...)

Quella specchia del demonio sempre l'ho davanti agli occhi. E quando ero ancor bambino, sul fare della sera, tremavo qual pulcino quando trovasi allo scuro e non vede e non sente la mamma vicina.

Versi della poesia in lingua GRIKA di Giannino Aprile in Traùdia, Calimera e i suoi canti.

Di fatto secondo le credenze popolari, all'interno del cumulo di pietre, ci sarebbe una chioccia con i suoi pulcini d'oro per opera del demonio.

La Specchia dei Mori sorge lungo la strada che collega Martano a Martignano, ad appena 1 km fuori dall'abitato. Oggi si presenta come un imponente cumulo di pietre, una sorta di sovrapposizione a secco di lastre calcaree alto circa 6 m, dal diametro di 15 e con al centro un rigoglioso albero di fico, situato sul punto più alto della zona.

Dalla sua sommità è possibile vedere la costa Adriatica. 

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