Case a corte
Le case a corte sono un tipico modulo insediativo della Grecìa Salentina e del Salento in genere, composto da diverse unità abitative che si affacciano su un cortile comune, generalmente chiuso sul lato della strada. Il cortile disponeva di servizi ad uso comune quali il granaio scavato nella roccia, la cisterna per la raccolta dell'acqua piovana e la pila (grossa vasca in pietra) per il bucato. Case a corte sono ancora presenti nel rione della città denominato "Catumeréa" e lungo la via "Zaca".
Si afferma che l'origine della casa a corte risalga all'epoca classica, infatti nelle città greche dell'VII secolo a.C., si trova una tipologia edilizia espressa dalla capanna con recinto antistante, matrice forse, del tipo di casa a corte presente nella parte centrale del Salento.
L'origine della corte è legata alla famiglia patriarcale. Una famiglia allargata in cui, accanto al nucleo originario, che risiede nella cellula primaria, si affiancano le famiglie dei figli che abitano in cellule costruite successivamente. Infatti quando si pensa alla corte, si pensa alla disponibilità di un certo numero di braccia che si riuniscono dividendosi il lavoro, in vista di un comune interesse legato all'economia agricola della propria proprietà fondiaria.
La corte soddisfa anche un'esigenza di socializzazione. La classe contadina, infatti, nello spazio comune trova il modo di condividere buona parte delle attività domestiche e di sfuggire a quell'isolamento che è tipico del lavoro contadino. La corte diventa dunque uno spazio socializzante ed un punto di riferimento di famiglie dello stesso ceto sociale unite spesso da legami di consanguineità.
Le famiglie si riuniscono intorno ad un pozzo, stabilendo rapporti sociali che spesso venivano condizionati dall'uso di quella indispensabile risorsa naturale, l'acqua. La corte è il cuore della casa, il centro dove si radunavano i componenti della famiglia a discutere, a lavorare e a ritrovarsi.